Il servo
“Il servo racconta la storia di una sottile inversione di ruoli all’interno di una classe tra un gentleman e un gentleman’s gentleman.”È con queste parole che lo stesso Joseph Losey definisce l’opera che inaugura la propria collaborazione artistica con Harold Pinter.
La figura di Joseph Losey è essenzialmente quella di un equilibrista in bilico tra due mondi: gli Stati Uniti, patria dal quale è costretto a fuggire in un momento storico di tensione, e l’Europa, in particolare l’Inghilterra, dove troverà un terreno favorevole per le proprie produzioni cinematografiche.
Nonostante le sue origini americane, Losey sarà in grado di allinearsi con le tendenze del Free
Cinema inglese e raccontare, secondo il proprio punto di vista, la situazione sociale britannica dell’epoca. Il servo va interpretato, dunque, come la rappresentazione di uno spaccato della società inglese negli anni Sessanta, dalla quale però Losey non trae le storie di minatori o piccoli operai, come Richardson e Reiz, ma propone con uno sguardo lucido e distaccato le condizioni della classe aristocratico-borghese.
Il servo esce nel 1963, ottenendo un enorme successo, e ha come protagonisti James Fox, nel ruolo di Tony, e Dick Bogarte, nel ruolo di Barrett.
È un film piuttosto inquietante, perché non dà risposte o soluzioni rispetto alla trama, segue le dinamiche di un giallo ma non rientra decisamente nel genere. Il perno della vicenda è una forte ambiguità di fondo, riscontrabile nei personaggi, nella casa, nei dialoghi. Losey mira all’orrore dello spettatore, sperando che allo stesso tempo provi pietà per i personaggi che hanno tutti dei momenti di reale e pura umanità.
Il contesto de Il servo fa riferimento al modo di vivere tradizionale della società inglese, in particolare alla situazione dell’aristocrazia negli anni Sessanta, in cui non è più così comune che un giovane gentiluomo abbia al proprio servizio un domestico. Di conseguenza, la vicenda stessa è in tensione tra due tendenze: la tradizione (minacciata dalla rovina) e il cambiamento (associato all’influenza che avrà Barrett su Tony). In termini concreti, Tony, il giovane nobile, ha ancora la possibilità di farsi servire dallo scaltro Barrett, ma non riesce a mantenere con lui i rapporti servili tradizionali.Il film è assolutamente teatrale nei dialoghi e negli spazi, è girato quasi tutto in interni, la maggior parte dei quali sono rappresentati dalla casa di Tony. L’ambiente è esso stesso un personaggio all’interno del film e soffre della stessa ambiguità delle altre componenti: si trasforma lentamente da un luogo di libertà e di pace iniziale, in cui Tony si può permettere di fare ciò che vuole, in una prigione, un labirinto, man mano che Barrett si insinua nella vita del giovane rampollo. Un modo molto banale, con cui viene rilevata la graduale alterazione dei rapporti tra servo e padrone, è l’arredamento della casa da parte di Barrett, che sceglie a proprio gusto la mobilia, lasciando semplicemente qualche elemento (per esempio il quadro di famiglia), per far credere a Tony di avere il ruolo predominante nella relazione. In queste sequenze vengono anche evidenziate alcune differenze tra i due protagonisti: Tony è sì un membro dell’aristocrazia, ma mostra iniziali segni di decadenza, con gusti molto ordinari, non raffinati e non aggiornati sulle ultime mode in fatto di arredamento; Barrett, invece, risulta molto ben informato sulle tendenze del momento, arrivando a suggerire un “rosso mandarino o fucsia” per le pareti della casa.
È importante, in particolare, il ruolo della cucina nella casa: è una sorta di luogo liberatorio in cui poter bere e fumare, come lo sono i pub nei film del Free Cinema. Qui Barrett si mostra per ciò che realmente è, si toglie quella finta aura di servilismo e lo spettatore può comprendere che sta per essere raccontato molto di più di una semplice storia di rapporti umani.
Nella cucina viene, inoltre, svelato al pubblico la reale natura della relazione del domestico con Vera, la quale avrà, sempre in questa stanza, il primo incontro erotico con Tony. La cucina è in contrasto con il resto della casa anche per quanto riguarda i mobili: è la stanza moderna, non tradizionale come le altre, piene di quadri e mobili antichi, ed è quindi inevitabile che sia associata con il crescente potere della piccola borghesia rappresentata in questo film dal servo.
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